Cosa significano 💀, 👍 o 🧢? Il glossario delle emoji della generazione Z

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Solo dal “smiley” nel titolo si capisce subito che questo testo è stato scritto da qualcuno di 35 anni o più. Un autore un po’ più giovane probabilmente avrebbe usato il termine “emoticon” e la Gen Z quasi esclusivamente “emoji”. E per entrambi, “smiley” sembrerà altrettanto fuori luogo quanto l’antico termine “facciolino” che veniva usato nei primordi dell’informatica.

Queste peripezie linguistiche mettono in luce un dettaglio importante: la comunicazione visiva attraverso emoji, GIF e meme è ormai parte integrante del linguaggio aziendale. Saper interpretare il significato delle emoji è quindi essenziale. E ora immaginate che, di generazione in generazione, il significato stesso delle emoji cambi.

Le chat aziendali in ascesa

Slack, Teams, WhatsApp… Durante il periodo del Covid, l’uso delle piattaforme per la gestione dei team è aumentato a livello globale. E anche l’Italia non ha fatto eccezione. Tutte queste piattaforme hanno una cosa in comune: una comunicazione rapida tramite chat nei team o nei canali. Nessuna conversazione quotidiana, né annuncio aziendale importante, sfugge all’uso delle reazioni spontanee (che sono un materiale di studio prezioso per dirigenti, team leader, HR o happiness manager che monitorano il livello di soddisfazione sul lavoro).

Ed è proprio su questi canali che, a causa delle differenze generazionali, sta nascendo una sorta di Torre di Babele della comunicazione, ben rappresentata dalle differenze nell’uso degli smiley tra le varie generazioni. Questo dimostra anche come sia cambiata la tonalità del linguaggio in generale. L’ironia e il sarcasmo, per la Gen Z, sono quasi un fenomeno culturale. Allo stesso modo, il linguaggio riflette una maggiore attenzione alla sensibilità altrui, oltre a una passivo-aggressività ben nascosta che permette di sfogarsi in modo sofisticato quando si comunica con un superiore.

Anche su LinkedIn?!

Certo, le emoji sono penetrate anche nella comunicazione professionale, e LinkedIn non fa eccezione. Aggiungere 🚀 o 👏 a un post? Perché no! Le emoji possono dare personalità anche al messaggio più formale e aiutano ad aumentare l’engagement. Se vuoi rafforzare un messaggio o alleggerire il tono, le emoji sono uno strumento perfetto – e su LinkedIn non sono affatto tabù.

Caratteristiche del linguaggio della Gen Z

La Gen Z, nata tra il 1995 e il 2012, utilizza un linguaggio che spesso sembra incomprensibile perfino ai millennial. Termini come “rizz” (capacità di affascinare), “cheugy” (vecchio stile, fuori moda) o “delulu” (vivere in un’illusione) sono di uso comune. Prova a capire una frase come: “Lui ha un major rizz, ma un po’ cheugy vibe, no delulu, davvero.” 😆 Chiaro, è un caos – ma è così che la Gen Z comunica, utilizzando un gergo specifico. Se vuoi entrare in sintonia con loro, non hai altra scelta che adattarti.

Il significato delle emoji

Le emoji non sono più solo immagini carine – sono strumenti linguistici a tutti gli effetti. Perché? Perché trasmettono rapidamente emozioni, riducono il testo e permettono di esprimere meglio il tono del messaggio. Inoltre, il loro significato cambia nel tempo: ad esempio, il 😂 dei millennial oggi per la Gen Z è un cliché da boomer. Oppure, mentre “😎” una volta significava sicurezza, oggi può suonare ironico.

E come scrivere le emoji sulla tastiera? Usa le scorciatoie: su Windows Win + . (punto), su Mac Cmd + Ctrl + Spazio. Se non sei sicuro del significato di un’emoji, usa un traduttore di emoji – esistono strumenti online che ti aiuteranno a decifrarle subito.

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Pollice in su! 👍

Il classico pollice in su. Ottimo. Ben fatto. Almeno per la generazione dei millennial e più anziani. Per le generazioni più giovani, però, il significato sta cambiando. E in modo inaspettato: da emoji positivo diventa subito più amaro. Se quindi un collega più giovane te lo invia, nel migliore dei casi può significare “se lo dici tu”, “fai come vuoi” o un sarcastico “bel lavoro”.
📌 Esempio: Grazie per non avermi interrotto durante la riunione di oggi. 👍

Smiley che piange 😭

La maggior parte delle persone usa questa emoji per eventi tristi, stress o frustrazione. Ma per i ventenni di oggi è il simbolo delle emozioni positive, della commozione o dell’adorazione per qualcosa di carino. Insomma, un’iperbole emotiva perfetta.
📌 Esempio: Hai visto il cane di Riccardo oggi? 😭

Smiley sudato 😅

Le generazioni più anziane lo usano per descrivere situazioni faticose (fisicamente o mentalmente) o momenti imbarazzanti. Per la Gen Z, invece, rappresenta il tipico grido d’aiuto mentre cercano di mascherare il fatto che stanno per crollare. In altre parole, è il segnale più evidente che sono sull’orlo del burnout.
📌 Esempio: Non vedo l’ora di passare un’altra notte a sistemare la presentazione. 😅

Smiley che ride a crepapelle 😂

L’emoji più boomer in assoluto. Probabilmente l’unica nel repertorio di un manager più anziano, che cerca di alleggerire l’atmosfera su Slack. Ma per i colleghi più giovani è come la zia che si sforza di ridere a una battuta che non ha capito. Se la usano, è solo nel sarcasmo più estremo.
📌 Esempio: Oggi Robin ha spiegato le battute interne al nuovo assunto in cucina. 😂

Teschio 💀

E cosa ha sostituito la risata genuina per la Gen Z? Il teschio. Può significare “umorismo letale” (in senso positivo) o che qualcuno sta letteralmente “morendo dal ridere”. Quindi, se sei un manager più anziano, evita di usarlo per esprimere coraggio o durezza.
📌 Esempio: Hai visto l’ultimo video di Cartoni Morti? 💀

Cacca con gli occhi 💩

Le generazioni più anziane si dividono in due gruppi: quelli che trovano questa emoji troppo volgare e quelli che la vedono come una simpatica ribellione. Per i trentenni, significa che qualcosa è andato male o ha una qualità discutibile. La Gen Z, invece, la usa per commentare atteggiamenti infantili o immaturi.
📌 Esempio: Come il capo ha parlato di sé durante la giornata della donna… 💩

Cappellino da baseball 🧢

Forse non sapevi nemmeno che questa emoji esistesse. Rappresenta una bugia detta con disinvoltura. Il simbolo è nato probabilmente durante le elezioni americane del 2020, in opposizione al famoso cappello rosso “Make America Great Again” di Trump. Da allora, è diventato un segnale universale per indicare fake news o menzogne.
📌 Esempio: Hai visto i numeri che la concorrenza ha messo nel comunicato stampa? 🧢

Denti serrati 😬

Le generazioni più vecchie lo usano per esprimere un errore o un momento critico. Per la Gen Z, invece, è il simbolo del cringe – ovvero, una situazione estremamente imbarazzante. Spesso indica delusione o sorpresa negativa per un comportamento inaspettato.
📌 Esempio: La conferenza stampa dopo l’elezione del nuovo presidente… 😬

Clown 🤡

Per molti rappresenta una situazione buffa o un errore divertente. Ma per i più giovani è un modo per evidenziare comportamenti stupidi, specialmente da parte delle generazioni più anziane. Se qualcuno lo usa in un commento rivolto a un superiore, di sicuro non è un complimento.
📌 Esempio: Cosa ne pensi del nuovo formato dell’all-hands di Pietro? 🤡

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Checkmark ✅

L’emoji della spunta verde, usata per confermare di aver letto un messaggio o accettare un compito. Ma tra i giovani, non si usa quasi mai. Se appare, è per segnalare un’autorità eccessiva o un atteggiamento dittatoriale.
📌 Esempio: Riunione prima delle ferie confermata ✅

Cuoricini ❤️

Un cuore rosso = amore? Non proprio. Il cuore rosso rimane legato al romanticismo, ma quello bianco indica purezza, il blu fiducia e il nero sarcasmo o mood emo. La Gen Z usa il cuore arancione per esprimere una friendzone. Quindi, prima di inviare un cuore a qualcuno, meglio pensarci due volte. 😄

Smiley triste 😔

Qui c’è un vero scontro generazionale. I millennial usano “😔” o “😢” per la tristezza. La Gen Z invece preferisce “🥺” (quando vuole impietosire) o “😭” (per un dramma esagerato). Quindi, se ricevi un messaggio con “😔”, potrebbe avere un impatto emotivo diverso da quello che pensi.