Relazioni sul posto di lavoro: Come costruirle, mantenerle e (non) rovinarle?
Le relazioni sul posto di lavoro sono come le spezie in un piatto. Se ben dosate, il team funziona come un orologio. Ma basta un pizzico di ingredienti tossici e il disastro è servito. Come impostare relazioni interpersonali sane sul lavoro? Cosa dice il codice del lavoro? E quale ruolo gioca l’HR in tutto questo?
Quando le relazioni lavorative si trasformano in qualcosa di più… o di meno
I rapporti di lavoro sono chiaramente definiti da contratti, obblighi e regole. Ma che dire delle relazioni non scritte? Amicizie, rivalità o persino storie d’amore sul posto di lavoro? Ecco, questo è tutto un altro capitolo!
Amore in ufficio – romanticismo o problema?
Innamorarsi di un collega? Succede! Passate insieme più tempo che con la vostra famiglia e… scatta la scintilla. Ma attenzione: se la relazione coinvolge un capo e un subordinato, la situazione può rapidamente complicarsi. I colleghi iniziano a sospettare favoritismi, voi temete accuse di preferenze ingiuste – e all’improvviso, invece dell’amore, vi ritrovate a gestire tensioni. Come affrontare la situazione? Alcune aziende hanno regole specifiche per le relazioni sentimentali in ufficio. Se vi trovate in questa situazione, informatevi sulla posizione del vostro datore di lavoro in merito.
Cosa dice il codice del lavoro? Il datore di lavoro può vietare le relazioni sul posto di lavoro?
In Repubblica Ceca c’è un’atmosfera piuttosto permissiva riguardo alle relazioni in ufficio. Ma all’estero? È tutta un’altra storia. Le grandi multinazionali, soprattutto quelle angloamericane, hanno regole più rigide, e alcune di esse le applicano anche nelle loro filiali ceche. Questo vale in particolare per le relazioni tra superiori e subordinati. Il motivo? Prevenire conflitti di interesse, sospetti di favoritismi e mantenere un ambiente di lavoro equo.
👉 Relazioni sentimentali e capo vs. subordinato
Qui la questione diventa delicata. Se uno dei due partner è in posizione di comando, l’azienda può stabilire che non possa valutare le prestazioni o influenzare la carriera dell’altro. Logica? Evitare qualsiasi sospetto di favoritismi. In alcune aziende straniere, se una relazione tra un capo e un subordinato viene scoperta, uno dei due deve lasciare l’azienda o essere trasferito in un altro reparto. Alcune filiali ceche di queste aziende adottano le stesse regole.
👉 Parenti al lavoro – sì o no?
Un datore di lavoro non può vietare che fratelli o parenti lavorino nella stessa azienda. Ma cosa può fare? Stabilire che non possano trovarsi in un rapporto diretto di superiorità e subordinazione. Quindi, se il vostro capo è vostro cugino, potrebbe esserci un problema. Ma se lavorate in team diversi, di solito non ci sono complicazioni.
👉 Cosa dice la legge?
L’unica eccezione è l’articolo 318 del codice del lavoro (valido solo per la Repubblica Ceca), che stabilisce che coniugi o partner registrati non possono avere un rapporto di lavoro diretto (cioè uno dei due come datore di lavoro e l’altro come dipendente). Il motivo? Evitare conflitti di interesse e problemi legati al patrimonio coniugale. Ma se si tratta di un’altra relazione? In questo caso, la legge non impone restrizioni al datore di lavoro.
👉 Possono licenziarvi per una relazione sentimentale?
Risposta breve: No. La giurisprudenza ceca afferma chiaramente che una relazione sentimentale non è un motivo valido per il licenziamento. Tuttavia, il datore di lavoro può avere un codice etico che fornisce raccomandazioni su come gestire le relazioni tra partner e parenti in azienda.
👉 Regole interne delle aziende: cosa dice il codice etico?
Anche se il codice del lavoro non regola le relazioni sentimentali, molte aziende stabiliscono regole proprie. Questo avviene spesso attraverso regolamenti interni, come il codice etico o direttive aziendali. Questi documenti solitamente contengono linee guida su come gestire le relazioni personali sul posto di lavoro, affinché non interferiscano con l’ambiente professionale.
Relazioni tossiche sul posto di lavoro: Quando l’atmosfera si fa pesante
I cattivi rapporti sul posto di lavoro non sono solo piccole divergenze o antipatie occasionali. Si tratta di problemi a lungo termine che compromettono la dinamica del team, riducono la produttività e spesso portano i dipendenti ad andarsene. Come riconoscerli? Ecco alcuni scenari classici:
- Comunicazione passivo-aggressiva
Commenti apparentemente gentili ma con un doppio significato, e-mail ignorate, sguardi volutamente evitati durante le riunioni. Sembra tutto sottile e discreto, ma può minare seriamente la collaborazione del team. - Pettegolezzi e “politiche d’ufficio”
Dicerie, giochi dietro le quinte e tentativi di manipolazione sono segni evidenti di un ambiente tossico. In un contesto simile, nessuno sa di chi può fidarsi. - Bossing e micromanagement
Se il capo esercita pressioni, mette in atto comportamenti vessatori o controlla ogni dettaglio a tal punto da non lasciare autonomia decisionale ai dipendenti, si genera un ambiente di lavoro soffocante e poco stimolante. - Pessimisti cronici
Le persone che criticano costantemente e diffondono negatività rallentano il team e soffocano qualsiasi spirito innovativo. La loro mentalità del tipo “non funzionerà mai” può uccidere anche le idee migliori. - Favoritismo e trattamenti ingiusti
Se un leader favorisce un gruppo di dipendenti e ignora gli altri, nel team si creano tensioni, frustrazione e rivalità. - Mobbing: Quando il bullismo arriva dall’interno
Il mobbing è una forma subdola ma estremamente dannosa di comportamento tossico. Si tratta di una persecuzione sistematica da parte di uno o più colleghi nei confronti di una persona, con l’obiettivo di renderle la vita impossibile. Può includere ignorare deliberatamente qualcuno, ridicolizzarlo, assegnargli compiti impossibili o minarne l’autorità.
Psicologia delle relazioni sul lavoro: Perché in alcuni ambienti ci sentiamo a casa e in altri vogliamo scappare?
Le relazioni professionali non si riducono a chi pranza con chi o a chi condivide meme su Slack. Sono profondamente radicate nella psicologia. Quali fattori psicologici determinano se in ufficio ci sentiamo valorizzati o se contiamo i minuti per andarcene?
1) Senso di appartenenza: Siamo una squadra!
Gli esseri umani sono creature sociali. Abbiamo bisogno di sentirci parte di un gruppo, altrimenti il nostro cervello lancia l’allarme: Attenzione, sei in un territorio sconosciuto, potresti essere in pericolo! Va bene, in ufficio nessuno ci mangerà, ma se un dipendente non si sente integrato nel team, la sua motivazione, creatività e voglia di fare il minimo indispensabile crolleranno.
💡 Consigli per rafforzare il senso di appartenenza in azienda:
✔️ Create rituali aziendali – ad esempio, una colazione di team ogni lunedì mattina.
✔️ Coinvolgete i dipendenti nelle decisioni – devono sentire che la loro opinione conta.
✔️ Non risparmiate sulle lodi – un complimento non costa nulla e può fare miracoli.
2) Fiducia: Senza di essa, niente funziona
Conoscete quella sensazione di sospetto quando pensate che qualcuno vi nasconda qualcosa? La diffidenza e il senso di insicurezza avvelenano il clima lavorativo. La fiducia è il pilastro fondamentale delle relazioni professionali: senza di essa, il lavoro di squadra diventa una battaglia.
🚨 Cosa distrugge più rapidamente la fiducia?
❌ Comunicazione caotica o ambigua – Se le persone non sanno cosa sta succedendo, iniziano a immaginare il peggio.
❌ Due pesi, due misure – Se il capo offre il caffè premium solo ai suoi preferiti mentre gli altri devono accontentarsi di quello scadente, la fiducia crolla.
❌ Promesse non mantenute – Se avete promesso il lavoro da remoto flessibile e poi avete cambiato idea, la fiducia si spezza… e non in senso positivo.
💡 Come rafforzare la fiducia?
✔️ Siate trasparenti – condividete le informazioni, anche quando non sono piacevoli.
✔️ Mantenete le promesse – e se non potete, spiegate il perché.
✔️ Non abbiate paura di ammettere gli errori – i dipendenti rispettano di più un leader umano che uno che finge di essere infallibile.
3) Feedback costruttivo: Come darlo senza ferire?
Il feedback è essenziale per la crescita, ma se viene dato nel modo sbagliato, può avere l’effetto opposto. Dire solo “Questo è sbagliato” o “Devi impegnarti di più” non aiuta, anzi, demoralizza.
💡 Come fornire un feedback efficace?
✔️ Siate specifici – invece di “Devi essere più veloce”, provate con “Se invii il report entro mercoledì, aiuterà tutto il team”.
✔️ Evitate il “dovresti”, meglio dire “la prossima volta prova a fare…”.
💡 Come ricevere il feedback nel modo giusto?
✔️ Non prendetelo come un attacco, ma come un’opportunità di crescita.
✔️ Chiedete dettagli – Cosa posso fare di diverso?.
✔️ Tenete la mente aperta – anche se non siete d’accordo, riflettete: potrebbe esserci del vero?
HR come supereroe delle relazioni aziendali
Un tempo, le risorse umane si occupavano solo di scartoffie. Oggi? L’HR è stratega, psicologo, giurista e mediatore. Come può contribuire a relazioni sane sul posto di lavoro?
👉 HR come mediatore nei conflitti
I conflitti in azienda non sono necessariamente negativi, a patto che vengano gestiti correttamente. L’HR può agire come una parte neutrale, aiutando entrambe le parti a trovare un compromesso.
👉 HR come facilitatore della collaborazione
L’HR può supportare i team nel migliorare la comunicazione e la cooperazione. Organizza workshop, definisce regole di comunicazione efficaci e rimuove barriere tra i vari dipartimenti.
👉 HR come custode della cultura aziendale
Ogni azienda ha la propria cultura, ma se non è ben strutturata, possono emergere relazioni tossiche. L’HR stabilisce valori chiari e regole precise, ad esempio attraverso un codice etico aziendale.
👉 HR come promotore del benessere dei dipendenti
L’HR può introdurre programmi per il benessere mentale, organizzare attività di rilassamento o favorire modalità di lavoro flessibili. Per esempio, l’azienda può offrire incontri regolari con un coach o uno psicologo esterno, a cui i dipendenti possono rivolgersi in modo anonimo.
Come migliorare le relazioni sul posto di lavoro?
Le buone relazioni professionali non nascono da sole – vanno coltivate. Ecco alcune azioni concrete che possono aiutare dipendenti, manager e HR.
👉 Comunicazione regolare e trasparente
Molti conflitti nascono da malintesi. Quando la comunicazione è inefficace, si creano supposizioni e frustrazioni.
💡 Consiglio: Organizzate riunioni di team regolari, in cui ognuno può esprimere la propria opinione, e promuovete una cultura della trasparenza.
📌 Esempio: Invece di raccogliere lamentele anonime sui manager, si può adottare una politica open door, che permetta ai dipendenti di portare direttamente suggerimenti e segnalazioni.
👉 Formazione sulle soft skills: Su cosa concentrarsi?
Le competenze trasversali sono fondamentali per una collaborazione efficace. Quali abilità può sviluppare l’HR nei dipendenti?
- Comunicazione assertiva – Come esprimere la propria opinione in modo chiaro ma rispettoso.
- Empatia e ascolto attivo – Capire davvero gli altri e rispondere in modo costruttivo.
- Gestione dei conflitti e negoziazione – Come affrontare i disaccordi senza scontri emotivi.
- Dare e ricevere feedback – L’arte di criticare in modo costruttivo e accettare le critiche senza timore.
👉 Rafforzare lo spirito di squadra
Un senso di appartenenza e fiducia aiuta a costruire relazioni solide sul lavoro.
💡 Consiglio: Organizzate attività di team building, colazioni di gruppo, celebrazioni aziendali o giornate a tema.
👉 Distribuzione equa del lavoro e riconoscimento dell’impegno
L’ingiustizia e il favoritismo sono tra le principali cause di frustrazione nei team.
💡 Consiglio: Definite criteri chiari per la valutazione delle performance e la crescita professionale.
📌 Esempio: Invece di basarsi solo sul giudizio dei manager, si può introdurre un sistema di peer review, in cui i colleghi si danno feedback reciproco.
Migliori relazioni = Migliore ambiente di lavoro
Migliorare le relazioni interpersonali sul lavoro non è un’azione una tantum, ma un processo continuo. Se le aziende investono in comunicazione, sviluppo delle soft skills e una cultura aziendale sana, i benefici saranno evidenti non solo per i dipendenti, ma per l’intero business.